Il Lago Chew Bahir (Amarico : ጨው ባሕር č̣ew bāhir, "lago salato") o Lago Istifanos, chiamato anche Stefanie, Basso Naebor e Chuwaha, è un lago di origine vulcanica situato sul
fondo di un cratere impressionante nel sud dell'Etiopia, vicino al confine con la regione di Oromia.
Quando il Lago Chew Bahir è pieno, si estende nel nord del Kenya. Situato al centro del Santuario della Fauna Selvatica, il lago misura circa 40 miglia (64 km) per 15 miglia (24 km).
Questo lago è il più meridionale e il più basso (1.880 piedi, 573 m) di una serie di laghi che si trovano nella continuazione nord-orientale della Great Rift Valley ed è separato dal lago Turkana
dalla catena montuosa Humu e dalle colline a sud di esso. La catena Kumbi sorge sul lato orientale. Chew Bahir è alimentato a nord dal fiume Weito, e il suo affluente Galana Sagan. Il Galana
Sagan in alcuni anni riceve il trabocco del Lago Chamo, ma non esiste alcuna connessione permanente.
Il conte Samuel Teleki fu il primo europeo a visitare il lago nel 1888, e lo nominò Stefanie in onore della principessa Stephanie del Belgio, moglie del principe ereditario Rodolfo d'Austria. A
seguito della visita di Teleki, il Chew Bahir e i laghi limitrofi sono stati esplorati da Arthur Donaldson Smith, Vittorio Bottego, Oscar Neumann e altri. JJ Harrison nel 1899 trovò il lago
abbastanza inaridito, e due anni dopo il conte Wickenburg trovò acqua solo nella parte settentrionale. Nel 1960 il lago copriva circa 2.000 km², ma si è ridotto ad una palude nel resto del 20°
secolo.
Qui abitano i Borana, popolazione dai tratti somali, donne bellissime e molto eleganti, vestite con colori accesi. Sono musulmani, così indica la moschea che si trova proprio accanto al bordo del
cratere. Gli uomini si guadagnano un misero stipendio immergendosi nelle profondità del lago che ha un'alta concentrazione di sale, e quindi provoca piaghe e ulcere sulla pelle. Si coprono le
narici e le orecchie con stracci, e la loro aspettativa di vita è inferiore ai 50 anni.
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»