Il Gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica - dal 2017 Felis lybica), "Paka mwitu wa Afrika" in Swahili, African
Wild Cat in inglese, noto anche come gatto del deserto, è una sottospecie di gatto selvatico (Felis silvestris). Sembra essersi separato dalle altre sottospecie circa 131.000
anni fa. Prove genetiche, morfologiche e archeologiche indicano che i gatti selvatici africani furono addomesticati per la prima volta circa 10.000 anni fa nel Vicino Oriente, in coincidenza con
la nascita dell'agricoltura e del bisogno di proteggere i raccolti dai roditori granivori, e sono gli antenati del gatto domestico (Felis catus).
La pelliccia del gatto selvatico africano è di un grigio chiaro, e talvolta con una tonalità giallo pallido o rossastro, ma quasi biancastra sul ventre e sulla gola. Le orecchie hanno piccoli
ciuffi, dal rossiccio al grigio, con lunghi peli giallo-chiari intorno al padiglione auricolare. Le strisce intorno al viso sono dall'ocra scuro al nero: due corrono orizzontalmente sulla guancia
dall'angolo esterno dell'occhio alla mascella, una più piccola dall'angolo interno dell'occhio alla parte esterna senza pelo delle narici e da quattro a sei attraverso la gola. Due anelli scuri
circondano le zampe anteriori e le zampe posteriori sono a strisce. Una striscia scura corre lungo la schiena, i fianchi sono più leggeri. Le strisce verticali pallide sui lati spesso si
dissolvono in punti. La coda ha da due a tre anelli verso la fine con una punta nera. I suoi piedi sono dal marrone scuro al nero sotto.
Si differenzia dal gatto selvatico europeo da strisce poco appariscenti sulla nuca e sulle spalle, una striscia meno netta sul dorso e dalla coda snella, che è cilindrica, meno cespugliosa e più
affusolata. La sua pelliccia è più corta di quella del gatto selvatico europeo, ed è considerevolmente più piccola.
La lunghezza testa-corpo è di 45–75 cm, quella della coda di 20–38 cm e il peso di 3-6,5 kg.
Il gatto selvatico africano si adatta ad ogni habitat naturale con estrema facilità e, per questo, nei secoli è diventato il più diffuso predatore di tutta l’Africa e, in pratica, non vive
soltanto nelle aree più interne delle foreste tropicali e nelle zone arbustive. A volte, trova comodo stabilirsi anche nelle aree disabitate o da poco abbandonate dall'uomo e, comunque, non si
lascia avvistare se non di rado. Caratteristica, questa, piuttosto comune nei felini che si solito mostrano un carattere molto forte e tendente al riservato. Nelle regioni più aride viene
sostituito dal gatto delle sabbie (Felis margarita).
I gatti selvatici africani sono attivi principalmente di notte e cercano la preda. Il loro udito è così sviluppato che possono localizzare le prede con precisione. Si avvicinano alla preda con
pazientemente strisciando in avanti e, usando la vegetazione per nascondersi, le balzano addosso non appena questa entra nel loro raggio di azione (circa un metro). Raramente bevono acqua. Sono
carnivori che si cibano esclusivamente di animali a sangue caldo. Cacciano principalmente topi, ratti, uccelli, rettili e insetti. Nell'Africa meridionale attaccano anche i cerbiatti di antilope
e i piccoli di animali d'allevamento.
Quando viene affrontato, il gatto selvatico africano rizza il pelo del dorso per sembrare più grande e intimidire il suo avversario. Di giorno di solito si nasconde nei cespugli, anche se a
volte è attivo nei giorni nuvolosi. Il territorio di un maschio si sovrappone a quello di un massimo di tre femmine.
Le femmine danno alla luce da uno a tre gattini, soprattutto durante la stagione calda e umida.
Il gatto selvatico africano spesso riposa e partorisce in cunicoli o cavità nel terreno. Il periodo di gestazione dura tra 56 e 69 giorni. I cuccioli nascono ciechi e hanno bisogno della piena
cura della madre. Stanno con la madre da cinque a sei mesi e sono fertili dopo sei mesi.
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»