Il bonobo (Pan paniscus), chiamato anche scimpanzé pigmeo, è un primate appartenente alla famiglia degli ominidi (Hominidae) e una delle due specie che compongono il genere Pan ; l'altro è Pan troglodytes
, o lo scimpanzé comune. Anche se il nome "scimpanzé" è talvolta usato per riferirsi ad entrambe le specie insieme, di solito è inteso come riferito allo scimpanzé comune, mentre il Pan
Paniscus viene solitamente chiamato bonobo.
Nonostante il nome comune alternativo "scimpanzé pigmeo", il nome non è particolarmente diminutivo rispetto allo scimpanzé comune. "Pigmeo" può invece riferirsi ai popoli pigmei che vivono
nella stessa area. Il nome "bonobo" apparve per la prima volta nel 1954, quando Eduard Paul Tratz e Heinz Heck lo proposero come un termine generico nuovo e separato per gli scimpanzé pigmei. Si
pensa che il nome sia un errore ortografico su una cassa di spedizione proveniente dalla città di Bolobo sul fiume Congo, vicino alla posizione da cui sono stati raccolti i primi esemplari di
bonobo negli anni '20.
I bonobo si trovano solo a sud del fiume Congo e a nord del fiume Kasai (un affluente del Congo), nelle umide foreste della Repubblica Democratica del Congo dell'Africa
centrale.
I fossili di specie Pan non sono stati descritti fino al 2005. Le popolazioni esistenti di scimpanzé nell'Africa occidentale e centrale non si sovrappongono ai principali siti fossili
umani nell'Africa orientale. Tuttavia, i fossili di Pan sono stati segnalati in Kenya. Ciò indicherebbe che sia gli umani che i membri del clade Pan erano presenti nella Rift Valley dell'Africa orientale durante il Pleistocene medio. Secondo A. Zihlman, le proporzioni del corpo bonobo sono molto simili a quelle dell'Australopithecus. Il principale biologo evoluzionista Jeremy
Griffith suggerire che i bonobo possono essere un esempio vivente dei nostri lontani antenati umani.
Caratterizzati da una società matriarcale, i bonobo sono considerati con gli scimpanzé i nostri parenti più prossimi. Non sono scimpanzé comuni, come poi hanno dimostrato ricerche sul loro
genoma. Sono invece gli animali viventi più simili agli esseri umani con una spiccata attitudine a utilizzare l’accoppiamento non solo a fini procreativi, ma per puro divertimento e per risolvere
i conflitti.
Nell'albero evolutivo vediamo come i bonobo sono legati alla nostra specie.
Dal punto di vista filogenetico, si sa che l'essere umano si separò dagli antenati di bonobo e scimpanzé tra 5 e 6 milioni di anni fa, mentre i bonobo si separarono dagli scimpanzé a seguito di
una modifica del corso del fiume Congo 1.5-2 milioni di anni fa che probabilmente portò alla speciazione del bonobo. Poiché le due specie non sono abili nuotatori, i bonobo stanziarono a sud del fiume e quindi separati dagli
antenati dello scimpanzé comune, che si insediò a nord del fiume. La presenza del fiume funse da barriera geografica che impedì il flusso genico tra le rispettive popolazioni, ovvero i contatti tra due gruppi dell’antenato comune, avviando il processo di speciazione allopatrica.
Lo studio dell'evoluzione del genere Pan è risultato molto
difficile, a causa della mancanza di reperti fossili fino agli anni 2000. In base allo studio dei bonobo viventi, già dagli anni settanta si è postulato che questi possano essere evolutivamente
molto vicini all'ultimo antenato comune dell'uomo e
delle scimmie antropomorfe. Studi successivi confermano che bonobo e
scimpanzé sono gli organismi viventi geneticamente più vicini all'uomo.
Studi preliminari sul DNA del bonobo avevano inizialmente mostrato un'uguaglianza almeno
al 95% con quello dell'Homo sapiens. Grazie allo Chimpanzee Genome Project, un progetto che si occupa di determinare la mappa completa dei geni di scimpanzé e bonobo, è ora possibile
avere dati più precisi riguardo alle differenze genetiche tra gli uomini e le specie appartenenti al genere Pan. Secondo alcuni autori la differenza tra il genoma del bonobo e quello
dell'uomo ammonterebbe all'1,6% della sequenza, ma studi più recenti
portano al 6% questo valore. Alcuni scienziati sostengono che il bonobo dovrebbe essere riclassificato, insieme allo scimpanzé comune, come membro del genere Homo: Homo paniscus, Homo sylvestris o Homo arboreus.
Secondo altri è invece il termine Homo sapiens a essere inadeguato e l'umanità andrebbe riclassificata sotto il genere Pan.
I bonobo sono in grado di superare il test di riconoscimento dello
specchio per l'auto-consapevolezza, come tutte le grandi scimmie. Comunicano principalmente attraverso mezzi vocali, sebbene i significati delle loro vocalizzazioni non siano attualmente
noti. Tuttavia, la maggior parte degli umani capisce le loro espressioni facciali e alcuni dei loro naturali gesti delle mani, come il loro invito a giocare. Il sistema di comunicazione dei
bonobo selvaggi include una caratteristica che prima era conosciuta solo nell'uomo: i bonobo usano lo stesso richiamo per significare cose diverse in situazioni diverse, e gli altri bonobo devono
prendere in considerazione il contesto per determinare il significato.
Rispetto allo scimpanzé comune, il bonobo è leggermente più piccolo di corporatura, ha una testa più piccola e arrotondata con strutture meno pronunciate. Hanno anche una faccia più piatta e
larga, con una fronte più alta rispetto a quella degli scimpanzé.
Il bonobo ha un muso nero con labbra rosa, orecchie piccole, narici larghe e lunghi peli sulla testa. Il mantello è anch'esso nero, con peli lunghi e sottili, una particolarità è lo sviluppo
delle calvizie con l’avanzare dell’età. Gli arti superiori sono più corti rispetto agli arti inferiori che sono più lunghi e pesanti. Il corpo, le spalle e il collo sono più ristretti rispetto
agli scimpanzé.
Secondo alcuni ricercatori, le caratteristiche fisiche dei bonobo si avvicinano di più agli antenati dell’uomo come ad esempio gli australopitechi. L’andatura è prettamente quadrupede, tuttavia
la struttura dei bonobo li rende più adatti al bipedismo. Nelle lunghe distanze preferiscono muoversi a terra, mentre per le corte distanze possono spostarsi da un albero all'altro.
I maschi raggiungono un’altezza di circa un metro per circa 60 kg di peso, le femmine pesano di media 30 kg per 0,7 metri di lunghezza. Alla nascita pesano circa un chilogrammo, e hanno una
durata media della vita di massimo 50 anni.
Nonostante la riproduzione non differisca dagli altri primati, la sessualità nei bonobo è forse la sola paragonabile a quella degli esseri umani.
Decenni di ricerche sul campo hanno evidenziato il ruolo cruciale della sesso nella società strutturata dei bonobo.
Mentre negli scimpanzé i gruppi sono dominati dai maschi che decidono i ruoli in base alla forza fisica e alla capacità di dominare gli altri individui, nei bonobo sono le femmine a dominare e a
dare forma al gruppo.
Se entrambe le specie vivono in gruppi molto numerosi che possono anche superare il centinaio di esemplari, nei bonobo sono le femmine a dominare i maschi attraverso una serie di legami e
alleanze.
Se in molte specie i maschi obbligano le femmine ad accoppiarsi, nei bonobo questo ad esempio non accade mai.
Le comunità dei bonobo sono pacifiche ed egualitarie.
I legami sociali più forti si stabiliscono tra le femmine, mentre lo stato sociale di un maschio dipende dalla posizione sociale della madre alla quale rimane legato per tutta la vita.
I bonobo hanno sostituito l’aggressività con la sessualità, attraverso atti presenti solo nella specie umana, riescono a risolvere diatribe, scontri, decisioni.
I bonobo esplicano la loro attività sessuale praticamente con qualsiasi partner del gruppo, familiari stretti esclusi e le interazioni sessuali si svolgono con una frequenza molto maggiore
rispetto agli altri primati. Tuttavia, nonostante la maggiore frequenza, il tasso riproduttivo è simile a quello degli scimpanzé.
Le femmine infatti raggiungono la maturità sessuale intorno ai 7 anni di età e hanno un intervallo di 4-6 anni tra ogni gestazione che dura 8 mesi.
La cura dei piccoli è esclusiva della madre in quanto la promiscuità all'interno del gruppo impedisce ai maschi di conoscere il proprio discendente. Questo fatto fa sì che i maschi non uccidono i
cuccioli per accoppiarsi con la madre.
Una particolarità unica dei bonobo è l’atto copulatorio frontale faccia a faccia che in passato si pensava fosse esclusiva degli umani. Interessante il rapporto sessuale e il cibo: se molte
specie animali lottano per il cibo con la forza, i bonobo decidono proprio con gli atti sessuali.
Similarmente agli altri primati, il bonobo è un animale onnivoro frugivoro, cioè segue una dieta basata prevalentemente sulla frutta, con l’aggiunta di foglie, germogli, erbe, miele, uova ed
occasionalmente altre prede animali come piccole scimmie o mammiferi.
L’habitat dei bonobo è particolarmente ricco di cibo e pertanto non si notano i comportamenti aggressivi riscontrati negli scimpanzé per l’approvvigionamento del cibo.
Un’altra spiegazione per il carattere pacifico dei bonobo è dovuto dall'assenza di altri grandi primati nel loro areale. Oltre all'uomo, i bonobo possono essere preda dei leopardi.
I bonobo vivono esclusivamente all'interno delle foreste tropicali della Repubblica Democratica del Congo.
L’habitat è compreso in aree ondulate con altitudini comprese tra i 300 e i 700 metri ed è ricoperto da foreste umide, paludose, secche, intervallate da boschi di savana e paludi.
Nello specifico, il bonobo vive in maniera discontinua nel bacino centrale dell’Africa Equatoriale, a sud del fiume Congo.
Il suo areale è delimitato dal fiume Lualaba ad est, dai fiumi Kasai / Sankuru nel sud e ad ovest e a nord dal fiume Congo appunto.
L’area geografica potenziale è di circa 563.330 km²; tuttavia, solo il 28% (156.211 km²) di questa zona è adatto alla sopravvivenza dei Bonobo (Hickey 2013).
Sono state individuate quattro roccaforti geograficamente distinte.
La zona nord (Maringa-Lopori-Wamba) comprende la Riserva Scientifica Luo, la Riserva Faunistica di Lomako-Yokokala e la Riserva Bonobo Kokolopori.
La zona orientale composta dalla riserva naturale di Sankuru, quella meridionale nel Parco Nazionale di Salonga, mentre l’area occidentale è composta dalla Riserva Naturale Tumba-Lediima.
Purtroppo, non tutto l’habitat del bonobo è regolato e protetto da leggi nazionali e internazionali, e anche dove esse sono presente non sempre vengono fatte rispettare.
Status di conservazione.
È molto difficile stabilire la dimensione esatta della popolazione selvatica dei bonobo perché solo il 30% dell’habitat è stato studiato.
Da una stima delle 4 aree elencate in precedenza, si stima una popolazione minima composta da 15.000-20.000 individui. Un numero comunque da confermare.
Quello che è certo è l’iscrizione del bonobo nella lista rossa dell’IUCN delle specie in pericolo di estinzione per i soliti motivi che affliggono quasi tutti i grandi animali selvatici della
terra.
Il lento accrescimento, le alte richieste ecologiche e il basso tasso di riproduzione determinano la difficoltà dei bonobo ad adattarsi ad un ambiente sempre più minacciato dalle attività
umane.
Negli ultimi 20 anni, le popolazioni di Pan paniscus hanno subito una riduzione della popolazione e si prevede che tale riduzione continuerà per i prossimi 60 anni.
Pericoli per i bonobo.
I bonobo sono minacciati su più fronti.
Il principale problema è la limitazione dell’areale all'interno della sola Repubblica Democratica del Congo (RDC), un paese che ha attraversato e sta attraversando una crisi politica e umanitaria
da molti anni ormai.
La RDC infatti è afflitta da continui scontri tra truppe governative e ribelli proprio nelle aree orientali, habitat dei bonobo.
L’instabilità politica non sempre permette la necessaria protezione della fauna selvatica che rimane vittima di bracconaggio per l’approvvigionamento di proteine animali.
Nonostante la caccia, uccisione e commercio di bonobo sia illegale, in RDC il consumo di “bushmeat” è elevato per via della povertà diffusa che di fatto obbliga i locali a cacciare e cibarsi
delle prede come i bonobo.
In alcune zone del paese il consumo di carne di primate è considerato come un atto barbaro e primitivo, tuttavia questo tabù è inefficace quando i cacciatori provengono da altre aree del
paese.
Un altro problema relativo alla conservazione è l’alta mortalità dei cuccioli riscattati dai santuari in quanto i bonobo sono animali sociali che difficilmente superano il trauma
dell’allontanamento dalla madre.
La crescita demografica umana è un fattore preoccupante per la conservazione della specie, aumentando i contatti tra uomo e bonobo aumenta anche l’incidenza di malattie che sono
trasmissibili.
Una minaccia incombe inoltre sul futuro dei bonobo, il 99% del suo habitat infatti è adatto alla coltivazione della palma da olio, una monocoltura che distrugge il terreno e con esso la biodiversità. Una sorte simile a quella dell’orango in Indonesia che
rischia di sparire proprio per colpa di questa coltura.
considerazioni finali.
Non abbiamo il diritto di distruggere la casa dei nostri cugini della foresta, ma anzi abbiamo il dovere di proteggerli. Non possiamo definirci una specie evoluta se poi non siamo capaci di
garantire i diritti di sopravvivenza della fauna selvatica.
Dalla convivenza con i bonobo possiamo imparare molto sul nostro passato, sono esempi viventi di come eravamo milioni di anni fa.
Il bonobo è un animale tranquillo e sociale che risolve i propri problemi attraverso la sessualità, forse siamo noi che dobbiamo apprendere da loro e non viceversa.
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»