Un viaggio virtuale attraverso il Kenya, le sue bellezze ed i suoi squallori, la gente, i safari, il mare e le spiagge, i monti ed i laghi, le isole e gli animali.
Benvenuti nel mio sito dedicato a chi ama viaggiare informato, l'avventura, la vita, i suoni e gli odori, la natura ed in particolare gli animali.
Kenya Vacanze è dedicato a chi crede che il contatto con la natura sia oggi più che mai indispensabile.
Il sito è decisamente non confacente per chi affronta otto ore di volo con lo scopo di praticare acquagym nelle vasche da bagno africane.
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Se il Kenya, ed in particolare la costa intorno a Malindi, non fa al caso vostro perché luogo comune di italiani dozzinali, non mi resta che consigliarvi l'Arcipelago di Zanzibar.
Deve essere chiaro che l'Africa, specie quella sub-sahariana, non è per tutti ed ancor più non è comprensibile a tutti.
Spazi immensi, cieli trasparenti, contrasti aspri e stimolanti, esaltante senso di liberazione da convenzioni stantie, intimo collegamento alla purezza degli archetipi universali…
Sì, l’Africa è per molti un traguardo che ristora lo spirito. Ci si affida alla sua quasi intatta natura primordiale, alla semplicità essenziale delle sue genti, al
piacere di essersi liberati del superfluo per confluire nell'insondabile mistero cosmico, unico custode dell’intima conoscenza: la gnosi da sempre disperatamente cercata da tutte le
scuole esoteriche.
Del resto, millenni di sempre più evoluto raziocinio, hanno via via creato tenaci sovrastrutture che, pur favorendo la sbalorditiva affermazione tecnologica
dell’uomo, l’hanno anche inevitabilmente allontanato da quella scintilla primordiale, prezioso scrigno che racchiude il mistero della sua esistenza. Dove si può tentare di riscoprirlo? Non certo
nelle civiltà evolute che l’hanno ormai sepolto sotto i compatti strati di una logica che riconosce solo la stretta e provata relazione tra cause ed effetti. E così si approda all'Africa che, se
pur anche lei soggetta alla stessa metamorfosi, è ancora molto lontana dai traguardi raggiunti altrove e quindi più vicina alle proprie origini.
Quasi mai, questa ricerca, è il frutto di una scelta deliberata, si compie obbedendo all'irresistibile impulso del nostro inconscio, quello che la psicanalisi
definisce il “sé profondo”, che non si avverte in modo consapevole, ma che dirige tuttavia in forma assoluta i nostri sentimenti, le nostre emozioni e – quindi – le nostre scelte di vita.
Se è questa la sensazione che ispira l’amore per l’Africa, un amore che attanaglia come una malattia, come una droga, allora lo si può legittimamente definire “Mal
d’Africa”. Ma, ahimè, le cose non stanno sempre così e non è raro che le pulsioni che ispirano il “Mal d’Africa” siano spesso molto meno nobili di quanto vorrebbero apparire.
L’Africa, si è detto, fornisce un senso di libertà dalle convenzioni e dalle norme che esse contengono. Sono norme non imposte dalla natura, ma norme che l’uomo si è
dato per potersi relazionare l’uno con l’altro nel reciproco rispetto di doveri e diritti. Trattandosi di un prodotto umano, in alcuni casi, queste norme, possono senz'altro mostrarsi fallaci,
tuttavia, sono pur sempre quelle che regolano i rapporti umani. Il non rispettarle significa trasgredire le leggi, l’etica e la comune morale. Purtroppo è anche la possibilità di accedere a
queste trasgressioni che può mascherarsi sotto l’improprio vessillo del “Mal d’Africa”.
Sono sempre di più quelli che approdano ai lidi africani, forti della certezza di poter dare sfogo, qui, a quelle pulsioni che, altrove sarebbero condannate. Sapendo
ben ricorrere alla corruzione, ci si può arricchire, ottenere enormi privilegi e opportunità.
Si può soddisfare ogni perversione sessuale, anche la più disgustosa e turpe. Si può distruggere un rivale incolpevole e anche togliergli la vita, certi di non
pagare pegno grazie a potenti protezioni prezzolate. Si può truffare, imbonire, depredare, sempre facendola franca e continuando ad ammantare il nostro vivere africano, come l’irresistibile
esigenza del nostro “Mal d’Africa”.
Queste sedicenti vittime del “Mal d’Africa”, sono quelle che l’avvelenano e la uccidono, contagiandola con una “civiltà” di cui l’Africa – regolata dalle sue
efficaci culture tribali – non aveva certamente bisogno. Forse non tutte queste culture erano condivisibili dal punto di vista occidentale, ma ai popoli africani andavano bene e le rispettavano.
Noi abbiamo portato loro un dio biondo e con gli occhi azzurri, facendoglielo accettare come loro dio. Abbiamo imposto le nostre regole e il nostro sapere, rendendoli orfani delle loro certezze e
lanciandoli così in un universo estraneo senza dotarli dei necessari strumenti culturali e conoscitivi. Gli abbiamo tolto quasi tutto, dandogli in cambio quasi nulla.
Questo concetto, lo esprime molto bene Robert Ruak nel suo libro “Something of Value” (Qualcosa che vale), la dove scrive che quando a un popolo si levano i
suoi centenari riferimenti, occorre essere certi di poterlo sostituire con qualcos'altro di altrettanto valore. Noi non siamo stati capaci di farlo. In qualche ammirevole caso, alcuni di noi
cercano di farlo ora, pur se tra mille difficoltà. Ma chi, innalzando la bandiera del “Mal d’Africa”, porta qui la sua cupidigia, le sue sozzerie e le sue presunzioni, facendo leva sulle abnormi
condizioni createsi a seguito del contatto con il nostro mondo, è soltanto un opportunista spregevole e ipocrita cui nessun sentimento umano può essere attribuito.
by Africa Express
Il mal d’Africa esiste davvero.
Non è un semplice detto, un luogo comune per concentrare in un’unica frase tutto ciò che l’Africa scatena nella nostra fantasia e si fissa nei nostri ricordi.
L’azzurro intenso del cielo, la particolare tonalità del verde, il riverbero a volte opprimente del sole, i colori forti delle vesti e la natura selvaggia, spesso spietata. Sono sensazioni vive e pulsanti che si fissano nella mente per sempre.
Ogni momento vissuto in Africa è un frammento di vita che non svanisce mai, che rimane per anni in un angolo remoto della mente.
Questa è l’Africa, questi sono i paesaggi di una terra sconfinata, colma di storia, di violenze, di contraddizioni che la rendono unica, amante e sposa perfetta per una vita di ricordi.
Chi vede l’Africa una volta ci torna ancora, è un bisogno quasi fisico di rivivere attimi della propria vita e godere dei paesaggi che ti circondano.
Sull'Africa si dicono tante cose, perché l’Africa ha molte facce.
Dell’Africa si parla spesso a sproposito, perché l’Africa a volte si vende male.
In Africa si può vivere un’esperienza unica, perché l’Africa parla a ciascuno di noi in modo diverso.
L’Africa offre una varietà di ambienti, ecosistemi, popolazioni e culture, che la rendono speciale, la fanno entrare nel cuore e spesso portano le persone a tornarci più volte.
Mare bellissimo, savane, foreste, laghi, riserve naturali, luoghi per il birdwatching, grandi mammiferi, felini, tribù antichissime, usanze millenarie, sono solo alcuni degli aspetti che l’Africa
offre ai viaggiatori.
Il segreto però non è il posto, ma il modo in cui questo posto riuscirete a scoprirlo e viverlo. E ciò senza incanalarsi nel tradizionale e standardizzato turismo di massa; questo per varie
ragioni, prima delle quali la libertà di poter disporre del proprio tempo, e la massima libertà di tracciare giorno dopo giorno la propria esperienza.
L'Africa è in genere un continente al quale gli stranieri guardano con timore. Le malattie, il clima, l'instabilità politica, un impatto culturale forte e intenso
caratterizzano fortemente un viaggio e, ancor più, un espatrio in questo immenso e variegato continente.
Per vivere in buona parte dei paesi africani bisogna dotarsi di ottimismo, tanta pazienza e una buona dose di coraggio.
Se questi non vi mancano, e riuscirete ad aprirvi all'Africa senza riserve e preconcetti, potrete facilmente trascorrervi uno dei periodi più faticosi ma appaganti della vostra vita.
Nuda nella manifestazione della miseria ma anche della sua incommensurabile ricchezza umana e culturale, l'Africa non conosce mezze misure, ed è questo che la rende una meta molto intensa ed
esigente. È certo che l'Africa è oggi più che mai attraversata da crisi interne e da strangolamenti esterni che rendono tutti i suoi paesi potenzialmente a rischio di tensioni sociali che in
molti casi possono sfociare in violenti conflitti.
Questo va considerato quando si decide di venire in Africa. La precarietà è un elemento molto presente nella vita quotidiana: la capacità di accettarla e gestirla varia da persona a persona, ma
se la motivazione non vi manca, troverete ben presto il vostro personale modo di affrontarla.
L'Africa presenta anche innumerevoli vantaggi, alcuni dei quali sono il contatto con culture incredibilmente interessanti e vivaci, la possibilità di vivere all'aria aperta e in stretto contatto
con la natura (anche nelle capitali più estese di solito è facile uscire per raggiungere luoghi di incontaminata bellezza...), un ritmo di vita per forza di cose più semplice e rilassato, meno
stressante e accelerato di quanto non si viva attualmente nella maggior parte del mondo.
L'Africa, specie quella sub sahariana, regala le emozioni che rimangono per sempre nella nostra memoria.
Il Kenya, non solo quello convenzionale dei safari e delle bianche spiagge, offre con suoni, odori e l’allegria del suo popolo una sensazione di eterno benessere mentale.
... non quella dei safari in scatola, devi essere pronto ad accettarne i diversi volti. Pace e violenza, splendore e miseria, bellezza e crudeltà sono le diverse
facce di un’unica realtà.
Il Kenya... uno degli angoli più belli e selvaggi dell'Africa sub sahariana, imprevedibile e capriccioso, spesso scomodo ma avventuroso, resta pur sempre una medicina per l'anima.
Più di venti parchi naturali abbelliscono il Kenya (Tsavo, Masai Mara, Amboseli, Rift Valley, Marsabit, Samburu, Monte Kenya, Mida Creek, etc.), dove i
ranger sono in continua lotta contro il bracconaggio e i cacciatori in cerca di avorio.
Per ammirare la flora e la fauna originari del paese è quindi sufficiente prendere parte a un safari organizzato, in aereo, pulmino, Land-Rover, a cavallo o addirittura in mongolfiera o a dorso
di cammello: dai 2 ai 15 giorni di avventura, non più come una volta per uccidere animali, ma per conservarne il ricordo con le migliori foto di cui siamo capaci.
Non solo safari e animali, ma anche mare, monti, laghi e spiagge.
Il Kenya ormai da anni è una delle mete per il climbing, trekking, birdwatching e windsurf.
Quello del Kenya è uno dei mari tropicali preferiti dagli stranieri che qui trovano spesso un ottimo rapporto qualità/prezzo e una vacanza tagliata sempre su misura.
Il 21 febbraio 2015 il veterano della politica, attivista dei diritti umani, giornalista e scrittore, Koigi wa Wamwere, ha tenuto un discorso a dir poco devastante contro i kenioti. Rivolgendosi a loro li ha duramente criticati e insultati come strane persone "dai cervelli putrefatti... e cuori neri".
"Kenyans have the most rotten brains, the most barbarous tongues, the most stupid intellects, the most barren learning, the coarsest manners, the most spiteful tongues and the blackest hearts".
Per molti versi non è stato mai detto niente di più vero! Ma ciò non deve essere circoscritto al solo popolo keniota!
Ecco come i kenioti preparano la cena !
Purtroppo il video è stato rimosso per aver violato le norme di YouTube sui contenuti violenti.
Il video mostra una tra le molteplici esecuzioni extragiudiziali in cui le vittime vengono bruciate vive e ... ... .
Vedi i dettagli in: Stregoneria in Kenya
Un cittadino keniota commentava: "Ecco il frutto dell'ingiustizia della massa e le uccisioni extragiudiziali combinate. La nostra è una società permissiva di illegalità, impunità e di irresponsabili funzionari di sicurezza corrotti non qualificati".
"GAME SAFARI" praticato dai negri in tutta l'Africa sub-sahariana.
Costoro, "secondo natura", come oggi uccidono non solo animali, domani si mangeranno a vicenda!
Speriamo avvenga presto!
La ferocia dei macellai negri non ha confini ed anche qui, in questo “mondo incontaminato”, queste bestie dalla pelle nera danno sfogo a tutta la loro disumana crudeltà. Azioni così atroci ed impossibili da compiere anche da parte degli animali!
"African culture". Uno sguardo sull'affascinante cultura africana corrente! Buona visione...
Il mito del buon selvaggio proto-umano che vive in armonia con la natura!
Il patrimonio orgoglioso dell'Africa!
L'anno è il 2010, non è storia antica!
Il "Game Safari" oggi di tendenza in tutto il sub-Sahara! Buona visione...
Guarda il video e conoscerai le vere "bestie umane"! ... e godrai dell'ignoranza e dell'indifferenza della popolazione!
Due ladri linciati e bruciati vivi per aver rubato delle patate in un mercato ... ... .
In Kenya il rogo attende anche i ladri di patate, precedentemente riservato ai praticanti di stregoneria.
Vedi i dettagli in: Stregoneria in Kenya
"Ladro bruciato a morte". Buona visione!
Un ladro accusato viene picchiato e bruciato a morte dalla folla in Africa.
Il Kenya non presenta solo paradisi terrestri, ma rappresenta anche quelle terre dove si rifugiarono i sopravvissuti di quel gruppo di coloni britannici formato da
un eclettico mix di aristocratici senza terra, ex militari, scarsi cacciatori ma veri e propri eunuchi che, quando ebbero momenti difficili nel tentativo di strappare i raccolti dai migliori
terreni agricoli del Kenya, acquisiti semplicemente sottraendoli con la forza e l’inganno alle tribù locali, pensarono bene che soggiogare il popolo sarebbe stato più facile.
Incredibilmente fu così!
Costoro non hanno raggiunto la notorietà per gli errori commessi nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento. La caparbietà (leggasi ottusità), dote acquisita dalla maggior parte dei coloni in
Kenya, li portò infatti a tentare nell'allevamento incroci tra pecore e polli per poi passare ai bovini, noncuranti delle malattie come l'afta epizootica e la babesiosi oltre alla pleuropolmonite
contagiosa trasmesse dagli ovini e dai bovini che importavano, in aggiunta all'assurdo sforzo di addomesticare zebre. Mentre nell'agricoltura costoro azzardarono, fino alla rovina finanziaria, la
coltivazione di mais e caffè nonché del grano noncuranti del Rust (la ruggine del grano, un'avversità causata dal fungo Puccinia graminis). Similmente, non rimasero famosi per aver
massacrato migliaia di animali estinguendone alcune specie, bensì guadagnarono fama grazie allo stile di vita di persone auto indulgenti verso la loro predilezione per il lusso sessuale: i
“ricchi sibariti”.
La paranoia del potere, la violenza e la trasgressione sono stati gli elementi chiave dell'aggressione implacabile nell'occhio pornografico dei colonizzatori. Erano le pecore nere
dell'aristocrazia britannica "esiliati" in Kenya dalle loro famiglie con sufficiente appannaggio purché rimanessero lontani dalla patria che, con un pizzico di ricchi americani depravati
comprensivo di presidenti, dettero vita alla famosa banda della "Happy Valley" conducendo una vita di continue perversioni, orge e baldorie. Approdarono in queste terre già con l’intenzione di
appropriarsene a qualsiasi costo oltre al proposito di introdurre un cambiamento culturale nella popolazione, piuttosto che partecipare attivamente a scambi culturali.
La missione dei coloni non è stata quella di migliorare le condizioni di vita degli indigeni. Razze, specie quelle dell'Africa sub-sahariana, integrate nel progetto coloniale come inferiori, con
funzioni subordinate e servili. Oltre a migliaia di morti, il colonialismo è stato responsabile di razzismo e sfruttamento, di crimini sessuali e di uno spietato sistema carcerario.
Già allora nell'ambiente anglo-sassone era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Ma i missionari,
affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.
Quando giunsero, gli africani avevano la terra e i missionari la Bibbia. I predicatori dissero ai nativi di pregare ad occhi chiusi. Quando li riaprirono, gli evangelizzatori avevano la
terra e i negri la Bibbia!
La "Bibbia degli schiavi", stampata a Londra nel 1807 e usata dai missionari inglesi, è una Bibbia fortemente emendata, dalla quale sono stati tolti tutti i passaggi che
parlano di libertà, a favore di quelli che parlano di obbedienza ai padroni, di sottomissione.
In essa si registra la mancanza di quasi tutto l’Antico Testamento e metà del Nuovo, oltre all'assenza totale dell’Apocalisse, ma anche della maggior parte dei
Salmi, in cui si esprime la speranza nella liberazione dall'oppressione.
Nell'idea dei colonialisti, la lettura integrale della Bibbia, troppo ricca di speranza per una vita migliore, avrebbe potuto instillare negli schiavi africani,
convertiti al cristianesimo, pericolose idee di ribellione. Conversione sì, dunque, ma “temperata”…
Questo oggetto raro (pare che ne siano rimasti soltanto tre esemplari al mondo) e controverso, presentato il 28 novembre 2018 al Museo della Bibbia di Washington,
getta luce su un capitolo oscuro della storia, e sull'utilizzo strumentale della Bibbia e della religione a sostegno della politica imperialista e dello
schiavismo.
Oggi, le località della regione costiera, emanano delle attrattive quasi irresistibili per l'uomo bianco che scende dal gelido nord, o proviene dalle conurbazioni urbane dei paesi cosi detti
civili.
Il diffondersi poi del turismo sessuale e il dilagare della pedofilia occidentale, certamente hanno contribuito alla moltiplicazione di moschee e madrase, finanziate direttamente dai sauditi, che
scandiscono la crescente islamizzazione del Paese.
Blog consigliati: Olocausto africano, Colonialismo in Africa, Karen Blixen, Denys Finch Hatton, William Northrup MacMillan, Ernest Hemingway,
Uganda Railway, Cosa cercano gli italiani a Malindi?, Malindi: di
male in peggio, Kenya: una terra fantastica, Al centro di Malindi, etc.
Isola consigliata per le vacanze e per meglio comprendere la realtà del Kenya: Isola di Migingo. Città consigliata Nairobi e
per la vita notturna Kibera.
Riguardo ai nostri timori quasi sempre cerchiamo delle risposte semplici.
Ma quando realtà, percezione e narrazione non coincidono, la risposta semplice è comoda, ma può essere sbagliata.
A volte anche una suggestiva destinazione tropicale può riservare delle brutte sorprese:
Se in nord Africa ti becchi due anni di galera per esserti lamentato di aver subito una ingiustizia, prega che non ti capiti nulla nella parte sub-sahariana del continente. Fanno eccezione gli italiani che, una volta rientrati in patria col "culo rotto", raccontano di aver trascorso una "vacanza davvero indimenticabile!"
Le principali città del Kenya
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»